Ieri, dopo l’annuncio l’assessore Majorino, sull’intenzione del comune di mettere al bando diverse aree pubbliche per garantire il diritto di culto in città, si è scatenata la bagarre.
Il primo a manifestare un forte dissenso è stato Massimiliano Bastoni, consigliere comunale della Lega Nord. Convinto che Milano non abbia bisogno di altre moschee, ma piuttosto di chiudere quelle aperte illegalmente, perché “gli islamici regolari che frequentano i luoghi di preghiera rappresentano solo una percentuale che va dal 4 all’8 %; un numero tale da non giustificare la costruzione di altri luoghi di culto.”, ha messo in evidenza che si tratterà “di un bando volto a soddisfare esclusivamente i desiderata del popolo islamico” poiché “ altre realtà religiose non stanno manifestando pressioni tali da richiedere un coinvolgimento dell’amministrazione comunale”.
Bastoni ha quindi concluso reiterando una richiesta più volte fatta dalla Lega: “ serve una consultazione popolare prima di prendere in considerazione ipotesi che contemplino la realizzazione di nuove moschee” e chiedendosi il motivo dell’ostilità di Majorino “nei confronti di un referendum popolare tolga ogni ombra di dubbio su come la pensano i cittadini milanesi”.
Riccaro De Corato capogruppo di Fratelli d’Italia,si detto convinto che la “giunta” stia nascondendo le sue intenzioni reali e teme si voglia spalancare una porta alla realizzazione della grande moschea. “Infatti la proposta viene dopo un incontro con i rappresentanti delle comunità islamiche, e non con quelli di tutte le religioni professate in città”.
“Se non ci saranno contributi economici da parte del Comune – ha spiegato De Corato -, il danno erariale può venire anche dal fatto che vengono occupate delle aree pubbliche: per questo alla prima assegnazione partirebbe subito un ricorso alla corte dei conti”. De Corato ha concluso ponendo l’attenzione sulla questione regole e sicurezza, perché “Abbiamo già avuto triste esperienza del fatto che alcuni centri islamici si siano rivelati luoghi di odio verso la nostra cultura e centri del terrorismo”.
Matteo Forte del Nuovo Centro Destra, ha sostenuto che: “sulla moschea la Giunta Pisapia ha fallito su tutta la linea” perché “non si è riusciti a condividere con tutte le organizzazioni islamiche un unico progetto” e ancora “la sinistra non può pensare di impostare il problema d trattando le varie associazioni di cittadini di fede musulmana in modo clientelare”:Anche lui preoccupato per il problema sicurezza visti alcuni interlocutori poco affidabili scelti dalla “giunta”, ha concluso con un invito a Majorino:”prenda atto del disastro arrecato alle comunità di fede islamica e abbia il coraggio di cambiare rotta”.
Mentre a questi, si susseguivano altri commenti negativi da parte di esponenti dell’opposizione, l’unica voce fuori dal coro è stata ovviamente quella di Davide Picardo, del coordinamento comunità islamiche di Milano e Monza Brianza che ha dichiarato: “Riteniamo questa una soluzione di grande buon senso, per arrivarci sono serviti anni di lavoro, favore del diritto di culto che abbiamo portato avanti con determinazione e perseveranza”.
In serata l’assessore Majorino a gettato acqua sul fuoco cercando di chiarire la questione: “”Leggo dichiarazioni improbabili sui luoghi di culto. Nessuno, lo diciamo sia all’opposizione che agli esponenti della Comunità Islamica, tenti di stravolgere la realtà. La nostra scelta è semplice e chiara: metteremo a disposizione un piccolo gruppo di aree pubbliche per permettere ad esponenti di diverse religioni, e non certo solo ad esponenti del mondo islamico, di cimentarsi con progetti che garantiscano il diritto di culto. Questo dovrà avvenire a costo zero per il Comune, attraverso la riqualificazione di edifici pubblici o aree degradate, e secondo il rispetto di regole che permettano di veder realizzati progetti trasparenti e fedeli a quanto stabilito dalla Costituzione”.
Sicuramente non ha convinto molti dei detrattori della proposta a cambiare idea. Sarebbe molto più semplice farlo indicendo un referendum fra i cittadini di Milano
Otello Ruggeri per La Critica