“Expo non è più la grande esposizione universale, è un simbolo per l’Italia intera” e “lo Stato e’ più forte dei ladri”. Lo ha ribadito ieri il premier Matteo Renzi nel suo intervento al convegno tenutosi alla Camera di Commercio. “Possiamo perdere uno o due punti percentuali alle prossime elezioni, ma non possiamo perdere come Milano e come Italia l’occasione di rimettere in moto il Paese” e “Expo rappresenta una straordinaria occasione per farlo”, ha detto ancora il premier proveniente da un incontro presso la sede Expo di via Rovello.
Renzi ha quindi ribadito gli impegni del governo per l’esposizione universale e spronato ad andare avanti con determinazione, ribadendo più volte nel suo intervento la volontà del governo di impegnarsi per l’appuntamento del 2015: “Pensiamo che Expo non debba soltanto incoraggiato e sostenuto, ma debba diventare il fiore all’occhiello del nostro Paese”. Per questo, ha proseguito “da qui al primo maggio 2015 il governo e il parlamento dovranno fare le riforme che servono, quella elettorale, del mercato del lavoro, della pubblica amministrazione, per rendere il fisco all’altezza delle nostre aspettative. Quindi noi dobbiamo fare la nostra parte ma contemporaneamente dobbiamo presentarci all’Europa e al mondo che il primo maggio 2015 sara’ all’Expo come un Paese orgoglioso del proprio passato e geloso del proprio futuro e non possiamo consentire a nessuno di portarcelo via”.
Nel pomeriggio è stato invece Beppe Grillo a parlare di Expo. Duranre la conferenza stampa tenuta in un locale del centro, il leader del Movimento 5 Stelle ha attaccato: “Expo non e’ stato costruito per dare al mondo l’immagine dei prodotti per l’Italia, ma e’ stato costruito per questo” ovvero per il ‘gioco degli appalti e dei subappalti’, “e’ un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro”. Concludendo “Expo lo deve bloccare ormai” solo “la magistraura”.
Posizioni opposte come c’era da aspettarsi, offensive e insensate a nostro parere quelle di Grillo, che come al solito non ha perso l’occasione di dimostrare quanto sia più propenso a distruggere piuttosto che a proporre.
Giulio Gallera, coordinatore cittadino di Forza Italia, a Milano ci ha trascorso la vita e speso la carriera politica, può quindi permettersi – e ha tutti i motivi – di mostrare una certa insofferenza per il via vai di politici che sta investendo la città: “Ancora una volta il presidente del Consiglio Renzi è arrivato a Milano per fare la sua ennesima passerella su Expo, così come prima di lui aveva già fatto Letta e continuano a fare i ministri Lupi e Martina. Poi, finite le conferenze stampa, le foto di rito e ripiegati i tappeti rossi, il Comune di Milano, la Regione Lombardia e il Commissario Sala vengono lasciati soli, senza risorse e strumenti legislativi efficaci”.
“Tutti continuano a riempirsi la bocca con Expo – prosegue Gallera – evento simbolo del riscatto dell’Italia, ma Expo è stato ottenuto solo grazie all’intuizione di un gruppo di Consiglieri di Forza Italia del Comune di Milano nel 2006 e vinto grazie alla caparbietà del sindaco Letizia Moratti. In tutti questi anni, al di là delle belle parole pronunciate da tutti, abbiamo dovuto assistere a drastiche riduzioni delle risorse, al divieto allo sforamento del patto di stabilità per Comune e Regione sugli investimenti Expo, a risorse arrivate col contagocce e alla trascuratezza con cui Roma ha trattato questo evento mondiale. Ora basta – conclude – pretendiamo che alle parate seguano fatti concreti. Non è più il tempo di scherzare e prendere in giro gli italiani, i milanesi e i lombardi”.
Del suo stesso parere, Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale di Forza Italia: “Oggi Milano è stata trasformata nella vetrina di due esibizionisti: Renzi e Grillo” e “entrambi oggi hanno piegato Milano alle loro convenienze elettorali usando Expo per prendere voti”.
“Bloccare Expo, come vuole Grillo sarebbe una tragedia per il Paese – ha proseguito la Gelmini – Noi difendiamo l’Esposizione Universale. Chi la salverà è la gente che sa lavorare, sono i professionisti, sono i milanesi, i lombardi e gli italiani che ci credono e che si danno da fare affinché sia un successo. Grillo è venuto qui a fare il suo show – ha concluso la Gelmini – ma Milano sa riconoscere i demagoghi di tutti i generi.”
Impossibile dare loro torto, da quando è iniziata la campagna elettorale, Milano è diventata la meta preferita di tutti i politici in cerca di visibilità. Vengano pure, evitando possibilmente di sputare nel piatto dove mangia mezzo paese e una volta partiti non si gettino alle spalle la città come se fosse solo un palcoscenico utile per guadagnarsi qualche voto. I milanesi non sono stupidi, se pensano di potersi prendere gioco di loro all’apertura delle urne si renderanno conto che non è così.
Se lo ricordino bene che: “Chi volta el cùu a Milan, il volta al pan“.
Otello Ruggeri per La Critica